A “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi l’Orso d’Oro. Dedicato a chi non è mai arrivato a Lampedusa

Berlino – “Fuocoammare” trionfa a Berlino: il docufilm di Gianfranco Rosi si è aggiudicato l’Orso d’Oro della 66esima edizione della Berlinale, battendo altri 17 film in lizza. Era l’unica opera italiana a partecipare. Rosi ha emozionato e convinto la platea e la giuria raccontando un’isola confine simbolico dell’Europa tra abitanti che vi risiedono e migranti che vi sbarcano alla ricerca di un futuro migliore. Il verdetto è stato letto da Meryl Streep, la presidente di giuria: “Il film è originale e anche eccitante – dice la Streep – la giuria tutta è stata colpita dalla compassione. Questo film riesce a mettere insieme arte e politica insieme a tante altre sfumature. Un film urgente, visionario, necessario”. Dopo sul palco sale Rosi che comincia con i ringraziamenti: “Il mio pensiero più profondo va a tutti coloro che non sono mai arrivati a Lampedusa, a coloro che sono morti. Dedico questo lavoro ai lampedusani che mi hanno accolto e hanno accolto le persone che arrivavano. È un popolo di pescatori e i pescatori accolgono tutto ciò che arriva dal mare. Questa è una lezione che dobbiamo imparare”. “Per la prima volta l’Europa sta discutendo seriamente alcune regole da fissare, io non sono contento di ciò che stanno decidendo. Le barriere non hanno mai funzionato, specialmente quelle mentali. Spero che questo film aiuti ad abbattere queste barriere” conclude Rosi. Dopo aver vinto il Marc’Aurelio d’oro con “Il Sacro G.R.A.”, Rosi si era trasferito a Lampedusa per un film poi definito “potente” dal direttore della Berlinale Dieter Kosslick. Fuocoammare, in sala dal 18 febbraio, è la storia di Samuele e delle sue sensazioni, un ragazzino di Lampedusa che ha dodici anni e va a scuola. Ci sono voluti due mesi di montaggio e l’invito della Berlinale era arrivato proprio durante questo periodo. Cam

Redazione

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