Agricoltori siciliani in rivolta: chiedono lo stato di crisi e la revisione dell’accordo Ue-Marocco

Vittoria – (Francesca Cabibbo) -Gli agricoltori siciliani in rivolta. E’ lungo l’elenco delle richieste che trapela dal grido di dolore di centinaia di aziende ormai sul lastrico. L’assemblea che si è svolta alla Fiera Emaia rappresenta l’apice di una rivolta che parte dalle campagne, dalle aziende sull’orlo del fallimento, da agricoltori che non trovano più un interlocutore nei governi regionale e nazionale e nell’Unione Europea. I trattati stipulati dall’Unione Europea con il Nord Africa (soprattutto il Green Corridor ed il più recente Accordo UE-Marocco) hanno penalizzato la produzione agricola siciliana. Il resto lo ha fatto la globalizzazione e la crisi che attraversa il pianeta, con i cambiamenti repentini in atto e la nuova concorrenza dei paesi asiatici, del paesi dell’Est Europa e del Maghreb.

A sostegno degli agricoltori ci sono i sindaci siciliani. Nell’assemblea del 23 febbraio arriva il documento sottoscritto  da 14 sindaci e amministratori. Sarà inviato ai governi e su questo si chiederanno risposte precise. Lo sottoscrivono Giuseppe Nicosia (Vittoria), Roberto Bruno (Pachino), Francesco zappalà (Ramacca), Fabrizio Morello (assessore di Gela), Salvatore Palermo (Francofonte), Giovanni verga (Licodia Eubea), Calogero Alotto (assessore di Palma di Montechiaro), Luigi Ammatuna (Pozzallo), Grazia Fiore (assessore di Giarratana), Francesco La Rosa (Niscemi), Franca Iurato (Santa Croce Camerina), Ignazio Abbate (Modica), Sandra Sanfilippo (assessore di Comiso), Franco Raffo (Acate).

Le richieste sono: il riconoscimento dello stato di crisi e la moratoria per i crediti  contratti dalle aziende nei confronti di banche o istituzioni, società di riscossione, indebitamenti e passività Inps, l’attivazione di misure anticrisi immediate ed a medio termine attraverso una forte contrattazione con l’Unione Europea, a difesa dell’economia siciliana. I sindaci chiedono dunque l’applicazione delle “norme di salvaguardia” (previste dall’accordo UE-Marocco e rimaste lettera morta) e la revisione degli accordi euro-mediterranei, la perequazione del costo del lavoro e dei costi di produzione con adeguamento a quelli dei paesi concorrenti, l’uniformità degli standard fitosanitari ai parametri europei dei prodotti provenienti dai paesi terzi, controlli lungo la filiera agro-alimentare sulla tracciabilità dei prodotti e sull’etichettatura. Sul piano commerciale bisognerebbe intervenire con un riequilibrio del meccanismo di domanda e offerta nella Gdo e con una moratoria dell’importazione dei prodotti agricoli extracomunitari in attesa di una rivisitazione degli attuali accordi con i paesi extraeuropei per tutelare le nostre coltivazioni e gli allevamenti in attuale crisi di prezzi di vendita all’ingrosso.

La lettera dei sindaci arriverà sul tavolo dei governi nazionale e regionale e la richiesta per l’applicazione delle clausole di salvaguardia per bloccare l’accordo economico e l’ingresso di prodotti del Nord Africa è già partita.  E’ l’ennesimo tentativo contro una politica sorda. I sindaci ricordano che già negli ultimi anni le richieste ci sono state e sono state puntualmente disattese.  L’11 giugno 2014 i sindaci, le associazioni e i movimenti agricoli firmarono una richiesta congiunta: nessuna risposta. Eppure quelle richieste erano state recepite, quattro anni fa, con una risoluzione della Commissione Agricoltura del Senato del 18 dicembre 2012. Tutto nero su bianco: eppure sempre disatteso! La risoluzione del Senato è rimasta in fondo ad un cassetto e non è mai stata ripresa.

Intanto, gli agricoltori sono esasperati. Minacciano di occupare i porti siciliani (Pozzallo,. Augusta, Messina), di bloccare le merci in ingresso, vogliono portare la protesta oltre lo Stretto, coinvolgendo altre regioni italiane, anch’esse sul lastrico. La battaglia è iniziata. Contro un nemico sordo e quasi invisibile: il mondo politico.

Francesca Cabibbo

1 Comment

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    Emanuele Mugnas Febbraio 27, 2016

    per fare qualcosa non ci devono essere partiti come il PD . perche sono contro il lavoratore ma sono con le multinazionali. percio il piccolo puo morire per il PD. AGRICOLTORI SE DOVETE FARE LONTANO DAL pd. auguri

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