Ecco Towfish: dovrà sorvegliare il mare tra Malta e Sicilia

CATANIA – Galleggia sull’acqua, ma è anche dotato di alettoni e stabilizzatori della coda in grado di farlo immergere in profondità se trascinato da un’imbarcazione: è il Towfish, il veicolo subacqueo contenente tutti i sensori necessari per analizzare il mare del Canale tra Malta e la Sicilia, sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Catania e dal Department of Mechanical Engineering dell’Università di Malta.
Il veicolo, rimorchiatore subacqueo, è dotato di una fotocamera per medusa, una fotocamera VPR e strobo-luce per il rilevamento di plancton, un sensore in grado di rivelare conducibilità, profondità, temperatura, un sensore di nitrati e un sensore di idrocarburi e sarà utilizzato in modo particolare per studiare le acque delle aree marine protette Plemmirio di Siracusa, Isole Pelagie e di Malta.

Il progetto

Tutto ciò, sarà possibile grazie al progetto «BioDiValue, il valore economico della biodiversità e degli ecosistemi», pensato dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’ateneo catanese e finalizzato proprio alla prevenzione dei rischi legati ai territori costieri e ai mari. L’Università di Catania è in tal senso in prima linea, grazie all’unità di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Industriale che ha sviluppato il “towfish”, che consentirà di svolgere operazioni di monitoraggio, prevenzione e riduzione dell’inquinamento aria-acqua nel Canale siculo-maltese, collegato alle attività di trasporto marittimo ed in particolar modo all’operatività delle navi, che trasportano sostanze pericolose e nocive, ma anche di quelle che esercitano attività commerciale e non, quali la pesca, il turismo e il diporto.

Università di Malta e Catania

Grazie al “towfish” sarà più facile individuare pescherecci che praticano pesca illegalmente o ancora scovare tutte quelle imbarcazioni che scaricano in mare le acque di zavorra, provocando un effetto devastante sull’ecosistema. L’obiettivo del progetto è dunque quello di creare strumenti operativi – tramite i sensori del modernissimo towfish – a supporto di amministratori e operatori del traffico marittimo, utili a limitare gli effetti nocivi generati ai danni del mar Mediterraneo. Il towfish rispetto alla nave, una volta in mare, viene individuato tramite sistemi USBL o DVL e solo dopo aver attivato i sensori sarà attuato il controllo tramite feedback, che saranno esaminati dagli attuatori mobili: le ali principali, il timone e lo stabilizzatore di poppa.Il mezzo pensato dalle Università di Malta e Catania è stato organizzato in modo da poter avere differenti configurazioni tramite variazioni degli angoli di incidenza, che valuteranno i diversi effetti dell’ambiente dove si troverà ad operare. L’ala principale ha il compito di fornire il carico aerodinamico necessario al fine di mantenere la profondità desiderata, a contrastare la componente di forza verticale del cavo di traino e la spinta idrostatica, mentre gli stabilizzatori orizzontali hanno il compito di mantenere l’assetto orizzontale dello stesso towfish. (Fonte Italpress)

Redazione

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