Energia, proposta collegamento sottomarino Tunisia-Italia

TUNISI, 20 NOV – La Tunisia ha da poco varato una legge che incentiva l’utilizzo delle energie da fonti rinnovabili e conta di arrivare alla produzione del 30 per cento di energia ”verde” entro il 2030. E’ intenzione della Tunisia inoltre sviluppare le proprie capacità di produrre energia utilizzando combustibili fossili non tradizionali, ma anche potenziare le interconnessioni elettriche con i paesi vicini e soprattutto con l’Italia. Questo quanto emerso dall’intervento del ministro dell’Energia tunisino, Kamel Ben Naceur, alla Conferenza di Alto Livello su come ”costruire un ponte energetico euro-mediterraneo” tenutasi ieri alla Farnesina, che ha anche presentato un progetto, dal costo stimato fra i 500 ed i 700 milioni di euro, che prevede il collegamento tra i due paesi mediante un cavo sottomarino di interconnessione elettrica, della lunghezza di 200 chilometri. Il cavo dalla capacità di circa 600 megawatt di energia, espandibili fino a un gigawatt, potrebbe interessare anche paesi vicini come Algeria e Libia e Malta. Il progetto per collegare le due sponde del Mediterraneo, in realtà, ha spiegato il ministro, risale al 2003 ma è oggi più che mai attuale specie se letto in chiave europea.

La bontà del progetto viene confermata anche dalle parole del viceministro allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, che ha dichiarato in conferenza stampa che esso ”può rappresentare uno strumento importante per bilanciare domanda e offerta” tra le due sponde del Mediterraneo.

Redazione

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