Giuffrida (Pd): “L’Ue intensifichi l’impegno della politica di coesione nelle regioni in ritardo”

“L’obiettivo è fare di tutto perché la Ue intensifichi la sua azione di supporto alle regioni in ritardo di sviluppo, dove la disoccupazione e le carenze di sviluppo economico e infrastrutturali rimangono i problemi principali e dove la politica di coesione può e deve intervenire ancor più incisivamente per assolvere alla sua funzione e garantire un allineamento ottimale con le altre regioni europee”.

Lo dichiara Michela Giuffrida, eurodeputato del Pd, relatrice del rapporto sulle <regioni in ritardo di sviluppo> che la Commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento europeo ha appena approvato a larghissima maggioranza. 

“Le regioni in ritardo di sviluppo sono i territori più deboli d’Europa – continua Giuffrida – quelli che per definizione sono primi destinatari della politica di coesione, quelli a cui maggiormente serve il sostegno della Unione europea. Un cittadino europeo su sei vive in una regione in ritardo, stiamo parlando di ben 83 milioni di abitanti di 47 diverse regioni europee che appartengono a 8 stati membri. Da deputata siciliana sono doppiamente onorata di essere stata relatrice del rapporto che esamina i fattori che limitano la crescita e gli investimenti in queste regioni, spesso vanificando la fruizione stessa dei fondi europei, e che individua i punti su cui intervenire al più presto per una inversione di rotta. C’è la necessita di finanziamenti ambiziosi, di strategie, di programmi e azioni su misura e dell’aumento delle sinergie con altri fondi UE che possano attirare sostegno finanziario complementare nel quadro della programmazione pluriennale post2020.

Le regioni d’Europa – aggiunge Giuffrida – non sono (purtroppo) tutte allineate nello sviluppo e persino negli standard di vita e dunque bisogna assolutamente che l’UE si faccia carico di queste disparità proprio attraverso una politica di coesione più efficace e semplificata, al fianco dei più deboli, di chi meno sfrutta le opportunità europee. Una politica che mai deve assumere intenti punitivi nei confronti di quelle regioni che non riescono ad ottemperare agli impegni e che, appunto, vanno invece assistite e seguite ai vari livelli di governance, spesso uno dei punti deboli nella fruizione ottimale, o nell’utilizzo stesso, dei fondi strutturali.

Solo così – conclude l’Eurodeputata – riusciremo a far riconciliare l’UE con quei cittadini, con quei territori, che oggi la percepiscono distante dalle necessita dei singoli, recuperando il vero spirito europeo che è fatto di condivisione, solidarietà, vicinanza.

Redazione

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