Invasioni di libertà: a Gela il congresso interculturale ed interreligioso per la pace

Gela, città della pace. Da Ermocrate ad oggi. La storia di una città fondata dai greci che, nel periodo del suo massimo fulgore, intorno al 400 avanti Cristo, celebrò quello che viene considerato il “primo congresso mondiale sulla pace”. Era il 424 avanti Cristo quando a Gela Ermocate pronunciò un famoso discorso per chiedere e perorare l’unione tra le città della Sicilia. Quel giorno, ormai da tradizione, viene ricordato come il primo congresso mondiale sulla pace.
Il secondo congresso mondiale è stato celebrato, 2400 anni dopo, sempre a Gela. Si chiama “Invasioni di libertà” il progetto che è stato avviato nella città del mediterraneo che, proprio in virtù della sua invidiabile posizione geografica si candida a diventare “un punto di riferimento internazionale per la pace nel Mediterraneo”. A promuoverlo è il Museo Archeologico regionale di Gela, diretto da Emanuele Turco, con il coordinamento della sovrintendenza ai Beni culturali. Direttore operativo del progetto è il sovrintendente di Enna, Salvatore Gueli.
Gela, quindi, vuole lanciare un messaggio di pace. Al teatro Eschilo di Gela si è svolto il secondo congresso per la Pace del Mediterraneo: un momento interculturale e interreligioso, che ha riunito importanti relatori: un momento che ha sottolineato il grande ruolo della città nella storia e la medesima volontà di abbattere le barriere per trovare i punti in comune prima ancora che le differenze. Momento centrale è stato l’abbraccio tra gli esponenti delle religioni cristiana, ebraica e musulmana. Erano presenti l’assessore regionale ai beni culturali e dell’identità siciliana, Giusi Furnari Luvarà, l’imam della moschea di Roma, Sami Salem,il rabbino capo della comunità ebraica siciliana, Stefano Di Mauro- Itzaak Ben Avraham monsignor Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina.
“Questo congresso è un momento importantissimo – ha detto Giusi Furnari Luvarà – un messaggio fondamentale da sostenere e amplificare e rendere cultura comune. La Sicilia è una terra naturale di dialogo nel Mediterraneo, di convivenza tra razze e cultura, Gela ne è perfetta espressione e luogo ideale per questo evento di pace. Riprendere questo messaggio di oltre 2.000 fa per attualizzarlo secondo le dinamiche recenti di integrazione è veramente importante”.
L’imam della moschea di Roma, Sami Salem ha lanciato un appello: “La nostra Fede Islamica ci dice che l’uguaglianza e la fratellanza sono nostri doveri. Dobbiamo trovare la pace e la tranquillità, aiutando gli altri e dobbiamo usare la religione per trovare la pace, facendo del nostro meglio per raggiungere questo grande obiettivo. Questo incontro a Gela è un esempio reale di come lavorare nel modo giusto per tagliare questo traguardo. La diversità è una ricchezza del mondo e va sviluppata per cercare di realizzare la pace”.
Monsignor Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina aggiunto: “Solo nella misura in cui le tre religioni riescono a riconoscere rispettosamente ciò che il Creatore ha voluto incidere e donare in ciascuno, noi potenziamo le nostre capacità e rendiamo presente il Creatore in mezzo a noi”.
Il rabbino capo della comunità ebraica siciliana, Stefano Di Mauro- Itzaak Ben Avraham ha lanciato un invito a cessare la guerra e dedicarsi alla pace. “La cultura ci può unire e da Gela lanciamo questo messaggio, come la cultura possa aiutarci a valorizzare la fratellanza”.
Poi il sovrintendente di Enna, Salvatore Gueli: “Speriamo che con la la nascita di questo centro studi di restituire la giusta centralità a Gela, facendole riprendere quel ruolo che ha rivestito con grande autorità in passato. Questo incontro è il primo passo per il rilancio culturale di questi luoghi”.
Emanuele Turco, direttore del museo di Gela ha spiegato che il progetto rappresenta “una straordinaria occasione per valorizzare alcuni dei primati storici che detiene questa città che non solo ha ospitato il primo congresso mondiale della pace della storia ma è stata anche il primo luogo in cui gli americani sono sbarcati per liberare l’Italia”.
Ha concluso la giornata l’inaugurazione dell’installazione “Le ali della libertà” dell’artista Gerardo Sineri sul pontile dello sbarco di Gela. Si tratta di una scultura di grandi dimensioni, realizzata per commemorare lo sbarco delle truppe americane nel 1943 e la mostra fotografica “Invasioni di libertà” nel Parco archeologico del Museo.

Francesca Cabibbo

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