Orlando “Servono stati generali transizione ecologica”

ROMA (ITALPRESS) – “Non dobbiamo vedere il passaggio all’elettrico solo come un ossequio alla transizione ecologica ma anche come un tentativo di fare i conti con domande diverse che cittadini e consumatori metteranno in campo e come elementi che hanno a che fare con le modalità con cui ci si muoverà in futuro”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, intervenendo alla tavola rotonda “L’auto tra crisi e transizione ecologica”, organizzata dai deputati del Pd. “Credo che ci sia da riflettere – ha continuato – sull’impatto complessivo della nuova auto che si profila, provare a discutere insieme su come mettere a sistema lo sforzo convergente tra l’azione di regolazione degli operatori pubblici e gli investimenti degli operatori economici sul fronte delle nuove tecnologie e delle nuove infrastrutture materiali e immateriali. Dobbiamo provare a fare un ragionamento di carattere sistemico, non un ping pong tra sistema degli incentivi e scelte di carattere imprenditoriale”. Per Orlando, “il punto fondamentale” è “provare a spostare l’attenzione sul tema delle politiche industriali”. “Abbiamo avanzato – ha poi spiegato Orlando – una proposta con altri paesi europei che riguarda la possibilità di trasformare Sure in una misura di carattere strutturale, che affronti l’impatto sociale, l’esigenza di reskilling dei lavoratori nel settore, le modalità attraverso le quali le imprese possono gestire questa transizione”. “Le ricadute della transizione ecologica, i dividendi della lotta ai cambiamenti climatici, saranno uguali su tutto il continente – ha evidenziato – ma l’impatto della transizione sarà differenziato a seconda della presenza di manifatturiero e della tradizione legata all’automotive dei diversi paesi. Questo implica l’esigenza di una mutualizzazione dei costi di questo passaggio”. “Credo che, in generale – ha poi aggiunto – avremmo bisogno di un momento nel quale fare gli Stati generali della transizione ecologica e cominciare a capire come si ripartiscono i pesi, quali sono i segmenti della filiera che saranno più in sofferenza e come gli altri segmenti aiutano quei pezzi”.
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