Per olio d’oliva italiano calo produzione del 35%. In Sicilia -22%

Roma, 10 nov.  – Un taglio del 35% per la produzione di olio di oliva nella campagna 2014/2015, che colpisce tutte le regioni italiane. E’ quanto emerge da una prima valutazione effettuata da Ismea con la collaborazione delle organizzazioni degli operatori Aifo, Cno, Unaprol e Unasco. Un risultato – spiega Ismea – che riflette le ricadute di un andamento climatico particolarmente negativo, con la produzione di olio di oliva di pressione che dovrebbe scendere quest’anno a 302mila tonnellate rispetto alle 464mila (dato Istat) della scorsa campagna.

A subire i contraccolpi di una situazione sfavorevole anche sotto l’aspetto fitosanitario, visto che il clima avverso ha favorito gli attacchi di patogene, in particolare la mosca dell’oliva, sono stati tutti i principali poli produttivi regionali. Nel dettaglio, sia in Puglia che in Calabria si prevede una contrazione di oltre un terzo dei quantitativi prodotti rispetto al 2013, mentre Sicilia e Campania subirebbero tagli rispettivamente del 22% e del 40%. Quasi dimezzata la produzione del Centro Italia, con sviluppi altrettanto negativi nelle regioni settentrionali.

La riduzione di oltre un terzo della produzione, affermano gli analisti di mercato, è il risultato di una media che si colloca a metà di una forbice di stima compresa tra 286 mila tonnellate (-38%) e 310 mila tonnellate (-33%). Un calo significativo – aggiunge l’Ismea – ma meno accentuato rispetto a quello della Spagna, leader mondiale, che a causa dell’andamento climatico negativo ha addirittura dimezzato i livelli di produzione rispetto al dato 2013.

Il mercato ha già reagito in Italia con un aumento dei prezzi alla produzione. L’olio italiano, che mantiene un ampio divario positivo rispetto al prodotto spagnolo, ha toccato in media punte di 4,40 euro al chilogrammo franco frantoio, un valore superiore di quasi il 50% ai livelli dell’anno scorso.

Redazione

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