Sicilia in recessione dal 2008, flessione Pil 3,2%, nel 2013 persi 67mila posti di lavoro

etna25ho

Palermo, 10 feb. – “Serve subito un nuovo patto per la Sicilia che affonda oppure commissariamo la Regione. Bisogna riscrivere un patto con la politica per ricominciare con tempi obiettivi e risorse, invece la sensazione è quella di chi scappa con il bottino”.

A dirlo durante la presentazione del 40esimo Report Sicilia, l’analisi previsionale sull’economia siciliana relativa al secondo semestre 2013 e alle previsioni 2014, realizzato da Di.S.Te Consulting per Fondazione Curella e presentato oggi a Palermo, è stato Pietro Busetta, presidente della Fondazione. “L’unico progetto dello Stato per la Sicilia è ad oggi l’emigrazione – ha aggiunto -. Parlo di Stato perché oggi non riconosco più nella Regione un interlocutore”. Il Welfare di Renzi? “Credo che valorizzerebbe il Sud – ha spiegato – perché tiene in considerazione chi è fuori dal mercato del lavoro, fino ad ora sono stati protetti quelli fuoriusciti dal mercato, vale a dire quelli del Nord. Il problema è che in Sicilia la maggior parte non vi è mai entrata. Ecco perché qui in Sicilia – ha concluso Busetta – sono stati creati Pip, Forestali e precari per creare, sottobanco, un reddito di cittadinanza. Era l’unico modo per sopravvivere”.

La recessione che colpisce l’economia siciliana dal 2008 non accenna a finire. Nel 2013 il Pil della Sicilia ha registrato una flessione attorno al 3,2%, mentre per l’Italia si stima un calo dell’1,8%. Nel sessennio di crisi la caduta complessiva della ricchezza prodotta sfiora il 14% nell’Isola e l’8,6% a livello nazionale. E’ quanto emerge dal 40esimo Report Sicilia, l’analisi previsionale sull’economia siciliana relativa al secondo semestre 2013 e alle previsioni 2014, realizzato da Di.S.Te Consulting per Fondazione Curella e presentato oggi a Palermo.

La caduta del Pil continua ad avere un impatto forte sui consumi delle famiglie e sugli investimenti delle imprese. Di riflesso alla forte erosione del potere d’acquisto, i consumi delle famiglie ripiegano di un ulteriore 3,7% a fronte del -2,5% nella media dell’Italia. Nei sei anni di recessione le famiglie siciliane hanno subito un taglio dei consumi di circa il 12%, e quelle italiane una flessione dell’8%. Per gli investimenti fissi i preconsuntivi del 2013 sono ancora più sfavorevoli, riportando un crollo del 6,2% cui fa riscontro in Italia un cedimento del 5%. Dal consuntivo alle previsioni per 2014. Alcuni indicatori fanno sperare in un’attenuazione della fase recessiva, ma in Sicilia il risveglio di domanda e produzione arriverà con forte ritardo. Infatti, se in Italia è prevista per l’anno in corso una crescita del Pil di quasi un punto, nell’Isola, invece, il Prodotto interno lordo dovrebbe scendere di un punto, rispetto al già bassissimo livello dell’anno passato.

 Sprofonda l’occupazione in Sicilia. Nel 2013, appena concluso, infatti, l’Isola registra un record negativo con 67mila posti di lavoro persi. Una flessione mai vista in passato che fa raggiungere alla Regione il -4,8 percento a fronte di un dato nazionale che parla di circa 470 mila occupati in meno (-2,0% sul 2012). Dal 2006, in cui la Sicilia superò il fatidico record storico di un milione e mezzo di occupati, l’apparato produttivo ha eliminato circa 175.000 occupati, contro i quasi 560 mila posti di lavoro depennati dal sistema di produzione italiano.

I dati sulla nuova emorragia di posti di lavoro sono contenuti nel 40esimo Report Sicilia, l’analisi previsionale sull’economia siciliana relativa al secondo semestre 2013 e alle previsioni 2014, realizzato da Di.S.Te Consulting per Fondazione Curella e presentato oggi a Palermo. L’altra faccia ugualmente triste della medaglia, rappresentata da tasso di disoccupazione, mostra uno slancio senza pari nel decennio. Nel 2013 il numero delle persone in cerca di lavoro sul territorio regionale è di oltre 350.000 unità, 110.000 in più di due anni prima e circa 130.000 in più del 2007. Si rileva, dunque, un tasso di disoccupazione del 20,9%, superiore di 2,3 punti al dato del 2012 e di ben otto punti al tasso di sei anni prima (13,0%).

La crisi ha avuto effetti devastanti sulla disoccupazione giovanile, che ormai dovrebbe aver superato abbondantemente il 50% delle ragazze e ragazzi che nella regione cercano lavoro. Né andrà meglio nel 2014. In base alle stime formulate dal DISTE, nel 2014 l’occupazione continuerà a ridursi sia in Sicilia (-2,0% rispetto al 2013) che in Italia (-0,2%). L’Isola perderà in pratica altri 25/30 mila posti di lavoro e l’Italia ne cancellerà circa cinquantamila. In pari tempo, il tasso di disoccupazione salirà a livelli record dappertutto. In Sicilia è atteso schizzare in prossimità del 22,0%; nell’insieme nazionale è stimato intorno al 12,5%, il doppio del 2007.

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