Sicilia Mondo: fuori dai confini nazionali c’è una forte domanda di Italia

CATANIA– “Forse pochi sanno che nel mondo ci sono 250 milioni di italici, tra italiani che sono emigrati o discendenti o coloro che amano l’italiano, persone che si identificano o che si sentono affini all’Italia per cultura, lingua, stile di vita, musica, arte, letteratura, etc. 80 milioni di italiani tra oriundi, naturalizzati o discendenti, seconda diaspora mondiale dopo quella cinese. 4 milioni e mezzo con cittadinanza e passaporto italiano. Infine l’associazionismo regionale diffuso in tutte le parti del mondo.

La lingua italiana è la quarta nel mondo”. Partendo da questo assunto Sicilia Mondo commenta oggi “la 2 giorni di confronto degli Stati Generali per la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo sul tema “L’italiano nel mondo che cambia”, organizzata dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con il Ministero della Istruzione, Università e Ricerca e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo” e svolta a Firenze nelle settimane scorse.
Negli atti del Convegno, ricorda Sicilia Mondo, non mancano i riferimenti alle comunità italiane, “ma poco si dice sul loro coinvolgimento e partecipazione e sul ruolo della rappresentanza: Comites, CGIE e sulla ragnatela dell’associazionismo regionale italiano diffuso in tutte le parti del mondo, collegata con le Regioni di appartenenza attraverso leggi e strumenti operativi come le Consulte regionali. Le Regioni, infatti, hanno la delega sulla emigrazione”.
“Si tratta – secondo Sicilia Mondo – di una infinità di associazioni, circoli, club, aggregazioni e centri culturali piccoli e grandi, legate tra loro dalla identità regionale che svolgono una intensa attività di rapporti, relazioni e contatti tra di loro e le altre realtà regionali presenti nel territorio. Una galassia in movimento. Per tutte le aggregazioni, la lingua, unitamente alla cultura italiana, è fattore indiscusso di riaggregazione e di unità nei quali i connazionali si ritrovano e si riconoscono, riscoprendo l’orgoglio della appartenenza italiana mai dismessa. Un patrimonio immateriale straordinario che è risorsa dalle potenzialità incalcolabili”.
“Siamo convinti – scrive Sicilia Mondo – che chiamare in causa, e possibilmente responsabilizzare le comunità italiane, significherebbe allargare a livello di base la iniziativa promozionale nelle società di insediamento, nella quotidianità, nel lavoro. Nessuno meglio di chi la parla può diffondere una lingua. Lo stimolo al suo uso è promozione vera”.
“In questa direzione – chiosa – l’apporto diventa importante alla iniziativa degli Stati Generali”. (aise)

Redazione

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