Sicilia: nasce marchio ‘Qualimed’, al via cooperazione con Tunisia

Palermo, 26 apr. Sono dieci le aziende pilota scelte tra cinque province siciliane (Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Ragusa e Siracusa) e nove governatorati della Tunisia sulle quali si è sperimentato il progetto ”Qualimed”, nell’ambito dei programmi di cooperazione transfrontaliera finanziati dall’Unione europea.

Il progetto, finanziato con 800 mila euro, ha visto insieme nove partner (capofila è Confindustria Trapani), tra i quali i distretti Cosvap, quello vitivinicolo, quello olivicolo, la Provincia di Trapani e quattro enti della sponda sud del Mediterraneo: il Gica (Groupement des Industries de Conserves Alimentaires), l’Union tunisienne de l’agriculture et de la pêche, il Centre Technique de l’agroalimentaire e l’institut de recherche vétérinaire de Tunisie. Le aziende sulle quali si è sperimentato il progetto operano nell’ambito agroalimentare e ittico: sei sono tunisine e quattro, invece, siciliane, scelte fra le province di Trapani e Agrigento.

Il progetto, iniziato nel novembre 2011 e in chiusura proprio all’inizio di maggio di quest’anno, è nato dopo lo studio dei due territori di frontiera, quello siciliano costiero che si affaccia sul Mediterraneo e quello tunisino, rilevando le potenzialità produttive fra le due sponde, con l’occhio rivolto a un mercato europeo. Dallo studio fatto sui territori, in questi primi due anni del progetto sono stati selezionati soltanto alcuni prodotti alimentari, per i quali sono stati predisposti i disciplinari di produzione: le sardine, i pomodori secchi, l’olio d’oliva, le olive da tavola e i succhi d’uva e derivati. “Questo progetto è il segno evidente che la cooperazione transfrontaliera, tra istituzioni e aziende private delle due sponde, può dare concreti risultati spiega Gregory Bongiorno, presidente di Confindustria Trapani e che apre nuovi scenari di commercializzazione ad aziende italiane del Sud che da sole, per quantità di produzione, non avrebbero potuto aspirare a mercati europei.

Le buone pratiche e la fattiva collaborazione sviluppate nell’ambito del progetto rappresentano il vero volto di una cooperazione tra Paesi diversi negli usi, costumi e nelle religioni che annulla, di fatto, la diffidenza che, spesso, c’è”. In una successiva fase del progetto il paniere di prodotti sarà arricchito di altri beni.

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