“Studi lacunosi e omissivi”, ambientalisti e Comuni contro le trivelle nel Canale di Sicilia

Diffidata oggi la commissione di Valutazione di impatto ambientale (Via) del ministero dell’Ambiente dal concedere parere positivo ai progetti di prospezione nel Canale di Sicilia presentati dalla compagnia Schlumberger Italiana Spa.

A presentare l’intimazione, guidati da Enzo e Patrizia Maiorca, una folta schiera di associazioni ambientaliste (Greenpeace, Wwf, Legambiente), associazioni di pescatori (Legacoop pesca Sicilia, Agci Sicilia e Anapi pesca Sicilia), Touring Club Italia, comitato Stoppa la piattaforma, associazione Apnea Pantelleria, l’Ente bilaterale regionale turismo siciliano, Anci Sicilia e i comuni di Petrosino, Menfi, Sciacca, Licata, Pantelleria, Santa Croce Camerina, Noto e Ragusa che denunciano come le valutazioni presentate dalla società Schlumberger nei documenti di Studio di Impatto Ambientale siano lacunose ed erronee.

“Abbiamo analizzato bene le carte e siamo davanti, a nostro giudizio, a gravissime omissioni, che – affermano le associazioni ambientaliste – non possono essere taciute. Ecco perché oltre alle osservazioni, abbiamo ritenuto importante inviare anche una diffida alla Commissione Via affinché, alla luce di quanto da noi evidenziato, si fermino subito questi progetti”.

“La Schlumberger ha presentato richiesta per ben due progetti di ricerca nel Canale di Sicilia, uno tra Capo Passero e Malta e uno tra Malta e Pantelleria. Da quanto rilevato negli Studi di impatto ambientale presentati dalla compagnia – denunciano le organizzazioni – entrambi i progetti non tengono in alcuna considerazione l’impatto che tali attività potrebbero avere non solo sui cetacei, ma soprattutto su importanti risorse ittiche commerciali che sono fondamentali per la pesca siciliana. Ancora più grave – affermano – è la completa omissione della presenza, nell’area oggetto del progetto al largo di Pantelleria, di fenomeni di pseudo vulcanesimo sedimentario, ben conosciuti in ambito scientifico, che rendono tali zone ad alto rischio geologico”.

Negli Studi di Schlumberger, denuncia l’ampio fronte del no alle trivelle, “si afferma che nelle due aree i cetacei sarebbero ‘scarsi’, ignorando che le aree oggetto di richiesta sono stata considerate, sia dalla Convenzione di Barcellona sia da quella per la tutela dei mammiferi marini (Accobams), come aree meritevoli di tutela perché di importanza critica per varie specie di cetacei, compresa la balenottera comune. Ancora più inquietante – denunciano le associazioni – la scomparsa nei Sia di Schlumberger di aree di riproduzione di specie ittiche di primaria importanza per la pesca siciliana e nazionale come il gambero rosso, il gambero bianco, il nasello, la triglia di fango, l’acciuga e il tonno rosso”.

“Purtroppo non sarebbe la prima volta che questi progetti ricevono parere positivo senza un’attenta valutazione degli impatti, come è successo nel caso del progetto ‘Off-shore Ibleo’ da noi già impugnato davanti al TAR del Lazio – ricordano – . Speriamo che questa volta la Commissione Via tenga in considerazione le nostre osservazioni. Noi insieme ai cittadini dei territori interessati – avvertono – siamo pronti a procedere con tutti gli strumenti a nostra disposizione”.

Redazione

1 Comment

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    gs Novembre 22, 2014

    La guerra dei cetacei scoppiò anche al tempo della posa del metanodotto algerino nel Canale di Sicilia .Il metanodotto svolge la sua funzione da venti anni in santa pace .I cetacei hanno trovato il loro modus vivendi accanto e attorno al grande tubo che ,ininterrottamente giorno e notte trasporta miliardi di metri cubi in Italia e in mezza Europa . La Natura da gran signora in milioni di anni ha sempre risolto i suoi problemi

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