Trapianto di polmone, esperti a confronto a Palermo

PALERMO (ITALPRESS) – Esperti italiani e internazionali a confronto a Palermo per parlare di nuove tecniche relative al trapianto di polmone e all’insufficienza respiratoria terminale. Approda in Italia il primo “Lung Transplant and Lung Failure Symposium”, incontro tra decine di chirurghi, pneumologi e intensivisti, organizzato da Upmc (University of Pittsburgh Medical Center), tra le principali istituzioni a livello mondiale per i trapianti, e Ismett (Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione), l’ospedale che il gruppo sanitario accademico statunitense gestisce a Palermo. Il convegno, in programma fino a sabato 24 nel capoluogo siciliano, è suddiviso tra didattica e formazione pratica. Parola chiave: l’interazione tra docenti e partecipanti. Tra i temi discussi il reperimento e la gestione degli organi e le tecniche DCD (donor after cardiac death), EVLP (Ex-Vivo Lung Perfusion), ECMO (extracorporeal membrane oxygenation) e il trapianto di polmone per Covid.
“Il trapianto di polmone è una delle pratiche cliniche moderne più impegnative, e allo stesso tempo gratificanti – spiega Alessandro Bertani, responsabile della chirurgia toracica e trapianto di polmone di ISMETT e direttore del Simposio – Richiede un approccio multidisciplinare, e spesso la disponibilità di donatori è estremamente limitata. L’eccellenza chirurgica, medica e amministrativa è cruciale per ottenere buoni risultati clinici. Siamo orgogliosi di avere a Palermo i migliori specialisti con cui confrontarci sulle criticità, ma anche sulle più recenti innovazioni, del trapianto di polmone. Abbiamo focalizzato tutto sul paziente e sulla possibilità di migliorare i risultati del paziente e diminuire i tempi di attesa del paziente grazie a diverse nuove tecniche”.
L’Ismett è stato recentemente certificato quale miglior centro in Italia per i risultati sul trapianto di polmone, come visibile dal report del Centro Nazionale Trapianti (CNT), che analizza i dati dal 2002 al 2019. Il rapporto ha evidenziato che i risultati di sopravvivenza dei pazienti dopo trapianto di polmone a Ismett primeggiano in tutte le categorie; in particolare, il programma di trapianto di polmone dell’Istituto è risultato il più performante a livello nazionale anche in base alla complessità della casistica.
Dall’avvio del programma, nel 2005, sono stati eseguiti in Ismett 207 trapianti, di cui 11 pediatrici. “Siamo contenti di poter essere il centro con le sopravvivenze post trapianto di polmone migliori a livello nazionale – ha aggiunto Bertani -. Il trapianto di polmone è un’attività ad alta complessità e questi risultati testimoniano l’impatto del lavoro d’equipe che viene fatto nel nostro istituto”.
Tra gli obiettivi del simposio anche quello di contribuire a sensibilizzare e promuovere la donazione degli organi e aggiornare la comunità scientifica sugli ultimi update della materia: “E’ un evento di cui si parlava da tempo, poi con l’esplosione del Covid abbiamo dovuto interrompere tutto, ma realizzare un convegno come questo è un’idea di cui parlavamo da tempo con il dottor Bertani – sottolinea il dottor Pablo Sanchez, professore associato di chirurgia presso l’Università di Pittsburgh e responsabile della divisione di trapianto polmonare e insufficienza polmonare -. Il nostro principale obiettivo era quello di armonizzare ancora di più i programmi di trapianto di polmone di Upmc e Ismett, a partire da una collaborazione scientifica come questa. Un’opportunità per riunire intorno a un tavolo professionisti da tutta Italia, e portare per la prima volta a Palermo alcune delle competenze dell’Upmc di Pittsburgh, per avviare una conversazione su aspetti molto importanti della donazione di organi, sul trapianto e sull’insufficienza polmonare acuta”.
Un momento di confronto, quindi, anche per capire come riuscire sempre più a progredire e ottenere risultati migliori, anche attraverso la comparazione con gli Usa: “Uno dei motivi di questo incontro era proprio quello di vedere quali differenze ci sono tra i protocolli che abbiamo negli Stati Uniti e quelli qui in Europa – ha spiegato Sanchez, con-direttore del convegno -. Credo sia utile per capire se alcune delle cose che facciamo negli Stati Uniti, o che fate qui in Europa, possano in qualche modo aiutarci a vicenda. Sicuramente, ci sono differenze per quanto riguarda l’assegnazione degli organi, o nella regolamentazione. Siamo qui anche per esplorare queste differenze”.

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