Chi e’ Mattarella: siciliano Dc, dalla morte di Piersanti alle riforme

Roma, 31 gen. – Una carriera politica di 25 anni, segnata da una presenza di primo piano nel processo riformatore e dalla partecipazione al processo di costruzione della difesa comune europea; grande conoscenza dei processi di intelligence che garantiscono quotidianamente la sicurezza, esperienza diretta dei funzionamenti della macchina dello Stato: Sergio Mattarella, oggi giudice della Corte Costituzionale e candidato al Quirinale, ha legato il suo nome alla legge elettorale alla quale in molti, in questi mesi, hanno guardato come modello per sostituire un Porcellum bocciato dalla Consulta.

La sua figura politica non si esaurisce pero’ in questo episodio, pur sostanziale, della sua biografia. Come non si esaurisce nemmeno in quella tragedia familiare che vide la mafia colpire suo fratello Piersanti, tanti anni fa, per colpa del suo impegno civile e politico contro il crimine organizzato. Avvocato, professore universitario, Mattarella entra nella vita pubblica dopo quei fatti, seguendo una tradizione familiare che aveva visto gia’ il padre, Bernardo, arrivare ai vertici della Democrazia Cristiana e ricoprire piu’ volte la carica di ministro. Sono gli anni della “Primavera di Palermo”, la risposta della societa’ civile alla mafia, di cui e’ tra gli emblemi e tra i propulsori. E’ del 1983 la sua prima elezione alla Camera dei Deputati, dove siedera’ ininterrottamente fino al 2008. Inizia ad accumulare contatti ed esperienze in campo internazionale entrando nella commissione esteri, e da membro della commissione affari istituzionali assiste da spettatore interessato ai primi tentativi di riforma dell’ordinamento costituzionale avviati proprio in quegli anni. Un’esperienza che gli sara’ necessaria quando fara’ direttamente parte delle due commissioni bicamerali create allo scopo nel 1992 (con la presidenza De Mita-Iotti) e nel 1996 (presidenza D’Alema). Nel frattempo ha firmato la nuova legge elettorale che prende il posto di un proporzionale puro ormai dichiarato consunto e apre la stagione del bipolarismo. Si tratta del Mattarellum, nome coniato all’inizio con una venatura di sarcasmo da alcuni politologi di grido e poi divenuto oggetto delle nostalgie di molti, una volta scoperti i difetti incostituzionali del Porcellum. Il sistema Mattarella e’ semplice: il 75 percento dei seggi parlamentari assegnati con il sistema maggioritario, il 25 con il proporzionale. Il massimo della governabilita’ possibile con il massimo dell garanzia di rappresentanza di tutte le forze politiche in Parlamento.
In Italia in pochi lo sanno, ma e’ proprio al Mattarellum che un premier britannico che piace sia a destra come a sinistra, vale a dire Tony Blar, si ispira quando da Downing Street concede la Devolution a Scozia e Galles, sistema che vede la rinascita di forti Parlamenti nelle varie componenti del Rengo Unito. Ministro per i rapporti con il parlamento tra il 1987 ed il 1989, e’ tra i padri di una delle poche riforme che hanno resistito all’usura del tempo e dei regolamenti parlamentari: la abolizione del voto segreto ordinario alla Camera e al Senato. Un modo per restituire lo scettro al Principe, senza venir meno alla centralita’ delle Camere. Successivamente e’ ministro della Pubblica Istruzione, ma nel 1991 si dimette in polemica con l’approvazione della Legge Mammi’. Torna al governo nel 1998, quando Massimo D’Alema lo vuole vicepresidente del Consiglio, affidandogli la delicatissima delega ai servizi di sicurezza. Sviluppa quindi in questo periodo una grande sensibilita’ ai temi della sicurezza internazionale (il governo D’Alema e’ chiamato a gestire la crisi del Kossovo), tanto da divenire successivamente ministro della difesa, prima sempre con D’Alema e poi con l’esecutivo guidato da Giuliano Amato. E’ lui a sovrintendere e varare una riforma delicata e sostanziale come la trasformazione dell’Arma dei Carabinieri in forma armata autonoma. Al tempo stesso viene abolito il servizio militare obbligatorio, per fare delle Forze Armate uno strumento piu’ dinamico ed al passo con i tempi. Del resto non e’ un caso se con lui a Via XX Settembre l’Italia aumenta la propria proiezione internazionale nelle missioni di pace, e si impegna nella realizzazione della Politica Estera e di Difesa Comune. Dal 2008 lascia il Parlamento, che lo elegge alla Corte Costituzionale. Un punto di osservazione privilegiato per continuare a seguire le riforme.

Redazione

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