Cultura: italiano non solo bello ma utile per affari

di Massimo Lomonaco) – GERUSALEMME, 4 FEB – La lingua italiana ”non e solo bella e di cultura” ma ”e’ utile e serve a sviluppare gli affari”. Rivendicando questa impostazione, l’ambasciatore italiano Francesco Maria Talo’ ha chiuso oggi ‘Gli Stati generali della lingua italiana’ in Israele. Una sorta di chiamata a raccolta di tutte le istituzioni nazionali, a cominciare dall’Istituto di Cultura (diretto da Simonetta De Felicis), che in Israele si occupano della lingua italiana come veicolo di promozione identitaria e culturale.”E’ anche su questo – ha aggiunto – che si gioca il futuro. Un discorso che deve essere recepito dalle nostre aziende quando decidono o meno di sponsorizzare gli eventi culturali incentrati sull’italiano.

Bisogna guardare lontano, come ad una possibile maniera di fidelizzare possibili consumatori”. E che la lingua italiana in Israele abbia successo, lo dicono i numeri: solo nel 2013 200 liceali israeliani hanno fatto nell’esame di maturita’ una prova di italiano e sono 12 le scuole in tutto il paese in cui si puo’ studiare la lingua di Dante. Non solo, ogni anno in Israele si registra l’iscrizione di oltre 1000 studenti ai corsi di lingua svolti dall’Istituto italiano di cultura e nello stesso lasso di tempo sono circa 3000 gli israeliani che negli atenei italiani frequentano corsi universitari di vario livello, con una media di circa 500 nuove iscrizioni all’anno.

E presto, oltre al master per l’abilitazione all’insegnamento dell’italiano all’Università di Tel Aviv, presso l’Universita’ Bar Ilan – ha ricordato Simonetta Della Seta, consigliere culturale dell’ambasciata – potrebbe partire un master biennale per traduzione italiano-ebraico, ”vero e proprio fiore all’occhiello del successo dell’italiano”. Un andamento molto positivo che pero’ va salvaguardato, non limitandosi appunto all’aspetto culturale, sempre importante, ma allargandolo ai settori commerciali e della specializzazione scientifica. Tutti settori che – e’ stato detto – sono forieri di sviluppo economico. E non e’ un caso che uno dei gruppi di lavoro degli Stati Generali sia stato dedicato all”Uso dell’italiano nel business e nel turismo’. Coordinato da Cristina Caputo, capo dell’Ufficio economico e commerciale dell’ambasciata, ha visto la presenza dell’Ice, della Camera di Commercio e di Banca Intesa. Ma non e’ solo Israele a vivere il successo dell’italiano: come ha spiegato Manuela Consonni, capo del dipartimento di studi italiani dell’Universita’ ebraica di Gerusalemme, sono anche gli arabi israeliani e i palestinesi a ”indirizzarsi ora verso la nostra lingua. E lo dimostrano i corsi di lingua che si svolgono a Ramallah in Cisgiordania”.

Redazione

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