L’ambasciatore della Polonia in visita a Palermo: “Profondi legami con la Sicilia”

PALERMO – “Sono venuto qui a Palermo per manifestare il mio profondo rispetto per l’impegno politico che il sindaco Leoluca Orlando sta mostrando nel gestire l’accoglienza dei migranti in questa città”. A dirlo l’ambasciatore di Polonia in Italia, Tomasz Orlowski, nel corso di un forum presso l’agenzia Italpress, prima di incontrare il primo cittadino e presidente dell’AnciSicilia. “Spero e conto di tornare presto – aggiunge -, in una terra con cui abbiamo avuto sempre grandi interessi che ci legano, anche in termini di turismo sempre più presente nei paesi del Mediterraneo”.

“Sono ambasciatore da circa sette settimane e già ho visitato parecchie regioni ma qui in Sicilia sono venuto proprio per questa emergenza migratoria che vi vede coinvolti in prima linea – aggiunge – . Conto di tornare nei prossimi mesi per poter portare un progetto concreto di collaborazione economica – aggiunge – con una terra come la Sicilia a cui siamo storicamente legati”. “Siamo qui – spiega nel corso del forum presso l’agenzia Italpress – per due missioni, da un lato portare solidarietà all’isola di Lampedusa ma dall’altro tentare di avere un’informazione quanto più completa su quello che sta accadendo per poter comprendere in che modo e con che strumenti poter esser di aiuto. Come gli altri Paesi europei abbiamo condiviso la missione congiunta che si sta portando avanti. Già abbiamo offerto la nostra disponibilità ad un contributo in termini di mezzi aeronautici che monitorino lo spazio marittimo ma anche con ufficiali ed esperti che alle frontiere possano essere di sostegno nel riconoscimento di queste persone che fanno domanda di asilo”. Ma il vero nodo al pettine rimane la cosiddetta divisione “in quote” di richiedenti asilo su cui si fonda il progetto di gestione congiunta del fenomeno. Uno scoglio, al centro di negoziati, che ha visto non pochi Paesi mostrare ferme perplessità. “Noi la pensiamo differentemente da voi italiani – spiega l’Ambasciatore di Polonia -. Voi la divisione del carico di richiedenti asilo la vedete in termini di automatismi, mentre noi pensiamo che tutto ciò sia sbagliato. La Polonia non ha una tradizione all’accoglienza di extracomunitari e siamo consapevoli che inevitabilmente un’operazione del genere produce effetti economici, sociali e culturali, per questo qualsiasi azione in tal senso deve essere accettata dalla popolazione e non vissuta come qualcosa di imposto dall’alto. In una parola un’accoglienza sostenibile che ci veda preparati. Per esempio abbiamo dato disponibilità a farci carico di trecento profughi siriani, cattolici come noi, perchè pensiamo che la nostra gente possa sentire il dramma di queste persone che fuggono da stermini come vicino e quindi più comprensibile”.

E ricorda, “Non siamo gli unici ad aver mostrato riserve alle cosiddette quote ma rimaniamo partecipi e sostenitori di questa missione congiunta”. L’ambasciatore interviene anche in merito alle polemiche sollevate attorno all’agenzia Frontex e sopratutto sulla collocazione geografica della sede, per l’appunto a Varsavia, a dire di molti, lontana dagli scenari che si trova a gestire, proprio nel cuore del Mediterraneo. “Io credo – dice – sia soltanto un problema falso, in primo luogo perchè non è vero che la pressione dei migranti venga solo da Sud ma anche da Est, e poi perchè se voi italiani volete che l’emergenza migrazione sia vissuta come un problema di tutta l’Unione, trovo giusto che la sede di Frontex non si trovi in Italia”. ( Fonte Italpress)

Redazione

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