L’eredità del Ponte, “Modello Genova” per il rilancio del Paese

MILANO (ITALPRESS) – La capacità di trasformare un cantiere in una grande occasione di collaborazione con tutti gli attori del territorio, in uno sforzo congiunto. E’ l’eredità che lascia il Ponte San Giorgio di Genova, un anno dopo la cerimonia di inaugurazione, oltre all’abilità tecnica e ingegneristica espressa dal Gruppo Webuild che insieme a Fincantieri ha realizzato l’opera.
Il cosiddetto “Modello Genova”, divenuto espressione di un nuovo modo di trasformare gli investimenti in opere tangibili, nasce da un lato dall’efficienza operativa assicurata dalle società di costruzione; dall’altro dal “gioco di squadra” attivato tra tutti i soggetti coinvolti, Commissario e istituzioni, costruttori, imprese della filiera, organismi di controllo, società civile.
“Questo Ponte – dice Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild – rappresenta un nuovo modo di realizzare infrastrutture in Italia, simbolo e prova che anche in Italia le grandi opere strategiche possono essere costruite in tempi giusti, con costi giusti e nel rispetto delle normative e della sicurezza. Questo ponte lascia dietro di sè una lezione di speranza per il futuro”.
In questa corsa contro il tempo per la costruzione del nuovo Ponte Genova San Giorgio hanno dato il loro contributo imprese e lavoratori. I lavori sono durati quindici mesi. Quattrocentocinquanta giorni segnati da eventi eccezionali come l’esplosione della pandemia del Covid-19. Tanto è bastato per portare a compimento la costruzione del viadotto che attraversa la valle del Polcevera e restituisce alla città di Genova un’infrastruttura strategica per la sua rete di mobilità con un transito di 43.200 mezzi al giorno di media.
Alle spalle di questo successo, celebrato il 3 agosto del 2020 di fronte al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, c’è un nuovo paradigma per il settore delle costruzioni che basa la sua efficacia su alcuni fattori chiave.
Al primo posto la collaborazione. Il “Modello Genova” nasce dalla puntuale collaborazione tra le imprese che hanno realizzato l’opera, a partire dal Gruppo Webuild, con le istituzioni centrali, quelle locali, le forze di polizia, i sindacati fino alla stessa cittadinanza. Tutti hanno dato il loro contributo, tutti hanno remato nella stessa direzione, superando le lungaggini della burocrazia e permettendo alle imprese di concentrarsi sulla costruzione.
Il secondo pilastro del “Modello Genova” è stato la trasparenza, intesa come condivisione del progetto, ma anche come apertura del cantiere agli sguardi esterni. Non solo attraverso le telecamere attive 24 ore su 24, ma con una mostra permanente allestita nel Porto Vecchio della città e una serie di visite organizzate con le scuole per presentare quello che sarebbe diventato il loro ponte.
Fondamentale è stato il lavoro di squadra con tutta la filiera. Oltre 330 imprese, per il 99% italiane, hanno dato il loro contributo del valore di 160 milioni di euro come fornitori e subfornitori di Webuild. Nella maggior parte dei casi imprese di medie e piccole dimensioni che hanno messo le loro eccellenze e i loro brevetti al servizio di un obiettivo condiviso.
Alla realizzazione hanno preso parte anche gli oltre mille addetti, tra ingegneri, tecnici e operai, che per mesi hanno lavorato giorno e notte in cantiere. Mille persone impegnate contro la pioggia, la neve, il vento, la minaccia del Covid-19, rispettando i più rigidi protocolli di sicurezza, e permettendo con il loro lavoro e la loro passione di conquistare quello che per tutti è ormai un record nella storia italiana delle grandi opere. Un record ottenuto solo grazie alla collaborazione, alla trasparenza, al lavoro di squadra, alla sicurezza.
Il nuovo Ponte Genova San Giorgio è uno snodo essenziale per il collegamento con la Francia, con il porto e in generale con le aree limitrofe, tassello essenziale per restituire a Genova il ruolo di grande città portuale e commerciale e dare un nuovo impulso alla mobilità e alle connessioni della Liguria e del Paese. Una progettazione complessa e all’avanguardia, per garantire sicurezza e solidità dell’infrastruttura nel tempo, rilanciando la competitività del sistema economico locale e nazionale.
“Il Modello Ponte di Genova è la risposta che vogliamo dare a questa crisi che sta investendo il nostro Paese, è il frutto del lavoro delle mani e del cuore di oltre 1000 persone e 330 piccole e medie imprese che sono state al nostro fianco. E’ la fiducia, è il lavoro, è il futuro”, ha sottolineato Salini.

Per maggiori informazioni sul ponte San Giorgio:
https://www.webuildgroup.com/it/progetti/ponte-genova?utm_source=Speciale&utm_medium=Italpress&utm_campaign=Un%20anno%20Ponte%20Genova&utm_id=Sito%20ponte

(ITALPRESS).

Redazione