Ponte Stretto, Lunardi “Riaprire cantiere, pronto in cinque anni”

PARMA – Il Ponte sullo Stretto di Messina “va realizzato”, perché “abbiamo perso anche troppo tempo… gettando un mucchio di soldi” per “colpa delle carenze culturali degli ultimi governi”.

A parlare è l’ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi, intervistato sulla Gazzetta di Parma dal diretore Claudio Rinaldi. “Abbiamo perso anche troppo tempo, è ora di partire”, dice Lunardi, che si appella al presidente del Consiglio Mario Draghi “che stimo molto, anche per il suo pragmatismo”. In questo senso, Lunardi suggerisce a al premier di raccogliere l’offerta di Eurolink, il consorzio guidato da Salini che all’epoca si aggiudicò la gara internazionale d’appalto e che “è pronto a costruire il ponte a proprie spese, in cambio della concessione. Mi sembra una proposta ragionevole e interessante. E spero che Draghi, da buon pragmatico, non se la faccia scappare”.

Lunardi nell’intervista ricorda la storia travagliata dell’opera pubblica. Per realizzarlo, dice, servirebbero “quattro, cinque anni al massimo” a un costo di “sei miliardi e mezzo, più basso di quelli investiti per la linea dell’Alta velocità Napoli-Bari, 6,5 miliardi, per la Salerno-Reggio Calabria, circa 12 miliardi, e per l’Alta velocità in Sicilia, circa 10”.

“Andammo molto spediti – ricorda Lunardi – in due anni, la gara internazionale, l’aggiudicazione dei lavori, la revisione del progetto, il finanziamento e l’apertura del cantiere: a Cannitello, dove si cominciò a lavorare per la deviazione della linea ferroviaria, in modo da fare posto al grande scavo necessario per fare le fondazioni e per costruire il blocco di ancoraggio dei cavi portanti”. Poi nel 2006 Prodi vinse le elezioni e bloccò tutto. “Sì, chiuse immediatamente il cantiere. Fu una scelta scellerata, che ancora oggi mi stupisce”.

Con il ritorno di Berlusconi nel 2008, si tornò a lavorare per il ponte con l’approvazione del progetto definitivo”, ma nel 2011 arrivò Monti con il ministro Corrado Passera che non si limitò a bloccare di nuovo tutto: nel 2013 mise in liquidazione la società Stretto di Messina Spa, che era stata costituita per progettare, costruire e gestire il ponte. Liquidazione che, ad oggi, non è stata concretizzata”. Ora “il ministro De Micheli ha costituito una nuova commissione, che ha rimesso tutto in discussione. Ha – giustamente – scartato le ipotesi di un ponte subacqueo o sub alveo e ha chiarito che è più indicato un ponte aereo. Aggiungendo però ‘preferibilmente di tre campate’. Una gran sciocchezza”.
(ITALPRESS).

Redazione

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