Sicilia: crisi taglia consumi, meno pane cultura e visite mediche

Palermo, 6 lug. – La crisi ha tagliato progressivamente e inesorabilmente i consumi delle famiglie siciliane. L’analisi del Servizio statistica della Regione siciliana, conferma la forzata modifica, tra il 2008 e il 2013, degli stili di vita delle famiglie. Cosi’, si e’ risparmiato persino sul pane, ma anche sulle medicine, sulle visite mediche e sulla cultura.
Nell’arco di questi anni si registra una diminuzione degli importi medi mensili: passano da 1.741,88 euro del 2008 a 1.579,82 euro nel 2013, con una diminuzione del 9,3%. La Sicilia risulta la regione con la spesa media mensile piu’ bassa, il 33% in meno rispetto alla media nazionale (2.353 euro). La spesa alimentare rappresenta, dal 2008 al 2010 il 25% dell’importo complessivo per poi raggiungere il 27% nell’ultimo triennio. Confrontando con i dati relativi al 2008 si osserva che si riducono le spese alimentari e non alimentari rispettivamente del 3,9% e dell’11,3%. Tra le spese alimentari diminuiscono in modo sostanziale quelle per l’acquisto di pane e cereali (-10,4%), di latte, formaggi e uova (-7,3%) e di pesce (-4,7%).

A salvarsi sono soltanto le spese per l’acquisto di carne (+0,8%). Tra le spese non alimentari diminuiscono nettamente gli importi destinati agli acquisti di abbigliamento e calzature (-42,5%), comunicazioni (-22,4%), istruzione (-16,4%), trasporti (-13,8), tempo libero cultura e giochi (-33%) e altri beni e servizi (-29,8%). Di rilievo la voce relativa alle “altre spese” che include spese diversificate che vanno dalla cura della persona, ai viaggi, agli effetti personali.

Tale voce risulta facilmente comprimibile in un contesto economico disagiato cosi’, se nel 2008 le famiglie siciliane destinavano ad essa l’8,7% della spesa totale, nel 2013 vi riservano solo il 6,7%. Nel 2008 le famiglie spendevano in media 63,96 euro al mese per l’acquisto di medicine e visite mediche. Tale valore si riduce a 50,93 euro nel 2013, riduzione fortemente accentuata dopo il 2011 (-6,5% tra il 2011 e il 2012, -9,8% tra il 2012 e il 2013).

L’analisi dei dati mostra una diminuzione di tutte le voci di spesa ad eccezione delle spese per l’abitazione (+14,1%), per i tabacchi (+3,8%) e per combustibile ed energia (+1,3%). Le spese per l’abitazione continuano a rappresentare la parte piu’ consistente del bilancio familiare. Se nel 2008 tale quota raggiungeva il 23% della spesa totale, nel 2013 essa si attesta al 29%

Redazione

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