Ustica, Priore “collisione con aereo alleato, spiragli verita’”

Roma – “Un’operazione di guerra in tempo di pace”, in cui a farne le spese fu un aereo civile con 81 persone a bordo. A distanza di 36 anni e alla luce delle nuove informazioni e ricostruzioni dei tracciati radar di quella notte del 27 giugno 1980, “possiamo dire con ragionevole certezza che a provocare la strage fu una collisione in volo con un aereo militare che tentava di abbattere un Mig libico che si nascondeva sotto la pancia del Dc-9 Itavia”. In un’intervista all’Agi, mentre sta per uscire nelle sale il film di Renzo Martinelli Ustica‘, il giudice Rosario Priore ricorda che gia’ nella sentenza escluse l’ipotesi della bomba a bordo dell’aereo, avallando quella di un cedimento strutturale “in seguito a un’azione militare di intercettamento”. “Il film arriva alla conclusione che a causare il disastro sia stata una collisione con uno o due caccia americani che avevano avuto l’ordine di abbattere un Mig libico nascosto sotto la pancia dell’aereo Itavia per sfuggire ai radar”, spiega Priore, “una tesi che ho gia’ sostenuto nel 2010 nel mio libro ‘Intrigo internazionale'”.

“Martinelli ha fatto un lavoro di ricostruzione minuzioso su materiali che io, ai tempi dell’istruttoria, non avevo a disposizione”, sottolinea il magistrato, titolare dell’inchiesta su Ustica, del processo Moro e dell’attentato a Giovanni Paolo II. “La mia inchiesta su Ustica e’ stata ostacolata da reticenze, sia nell’ambito dell’aeronautica militare, sia da parte di altri Paesi Nato che hanno nascosto informazioni su quanto accaduto quella sera nei cieli del Mediterraneo”, ricorda Priore, “ho fatto decine di rogatorie agli Stati Uniti e ad altri Paesi, la Francia ad esempio ci ha tenuto nascosto fino a poco tempo fa che la base di Solenzara, in Corsica, non aveva chiuso alle 17 ma era stata in attivita’ tutta la notte”. “Le ricerche di Martinelli hanno condotto all’identificazione dei piloti di due caccia americani che si alzarono in volo quella notte da una base in Italia su cui si appoggiavano quando la Saratoga era alla fonda nel golfo di Napoli”. Quindi, ricorda Priore, “si misero all’inseguimento del Mig libico nascosto sotto il nostro Dc-9”. “Uno dei due piloti fu recuperato da un elicottero, sui radar possiamo vedere un oggetto volante che poco dopo l’incidente si ferma in quel tratto di mare e poi si allontana, tutte informazioni che portano a una verita’ che ancora molti non vogliono accettare”. (AGI)

Redazione

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