Governo Draghi: nessun siciliano tra ministri, è polemica

PALERMO, 13 FEB – La Sicilia resta fuori dal nuovo governo del presidente del consiglio Mario Draghi. Nella lista dei ministri non c’è un solo rappresentante siciliano a differenza del Conte bis che vedeva la presenza di ben quattro ministri siciliani (Provenzano, Bonafede, Catalfo e Azzolina).

Una situazione che non si registrava da quando a Palazzo Chigi sedeva Mario Monti.
“Non si può non notare l’assenza di siciliani al governo anche se il Ministero del Sud a Mara Carfagna mi rende molto felice. Speriamo nei sottosegretari, sono fiducioso” scrive il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè (Fi) nei suoi profili social. Forte la delusione tra i cinque stelle. “Non era certo questo il governo che ci aspettavamo. Siamo delusi sia dal nome dei ministri, che dalla loro provenienza geografica. La Sicilia è stata totalmente dimenticata e in questo momento storico, con la programmazione del ‘Recovery fund’, può essere devastante, contribuendo ad allargare ancora di più il gap tra Nord e Sud.
Se fossimo al posto dei parlamentari siciliani a Roma non voteremmo la fiducia al governo Draghi” affermano i deputati del M5s all’Ars. “La Sicilia – osserva il capogruppo Giovanni Di Caro – è sempre stata una roccaforte per il M5s, non essere rappresentata è uno schiaffo che i nostri cittadini non meritavano”.
Qualche perplessità anche nella Lega. “Certo è un fatto che salta all’occhio, lo ritengo casuale ma speriamo che ci sia l’attenzione da parte di tutti i ministri” commenta Nino Minardo, segretario regionale del Carroccio. “I nostri – aggiunge – sono di assoluta qualità e insieme lavoreremo per la Sicilia, ma chiederemo una maggiore attenzione nelle scelte di viceministri e sottosegretari”.
Una richiesta che, per una volta, trova d’accordo anche il segretario regionale del Pd Antony Barbagallo: “Non sempre la presenza di siciliani è garanzia di attenzione, ma in questo quadro la rappresentanza al governo sarebbe stata fondamentale, è una ferita e il Pd ha il compito di rimuoverla come il numero esiguo delle donne, speriamo nei viceministri e nei sottosegretari”. (ANSA)

Redazione

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