Olio e vino, vittime illustri della contraffazione

“Vittime illustri” di frodi e contraffazioni sono spesso due dei prodotti simbolo del Made in Italy, l’olio d’oliva e il vino. Gli ultimi scandali, in ordine di tempo, sono stati quelli dell’olio “lampante”, non adatto neanche all’uso alimentare e spacciato invece come extravergine biologico – venduto a 13 euro a litro (ne sono stati sequestrati dai Nac di Roma 250 litri) e il traffico milionario di falsi Docg toscani, Brunello e Rosso di Montalcino che ha portato al sequestro di 160 mila litri di vino di scarsa qualità venduto come fosse una denominazione d’origine pregiata. Olio proveniente dalla Spagna e venduto come 100% biologico italiano è stato scoperto con un’operazione antifrode che a luglio ha riguardato imprese della Puglia e della Calabria: sequestrate circa 400 tonnellate di prodotto con 16 ordinanze di custodia cautelare. Un mese fa il Nucleo antifrodi dei Carabinieri di Parma ha invece scoperto un’associazione per delinquere transnazionale, che produceva e vendeva “Wine Kit” recanti sulle etichette i riferimenti ad almeno 24 vini italiani Dop e Igp risultati contraffatti (tra cui anche Amarone, Barolo e Valpolicella). Sulle etichette la dicitura “vino italiano” e sulle confezioni il tricolore e l’immagine del Colosseo. Valore complessivo della frode oltre 28 milioni di euro. Secondo la Confederazione italiana agricoltori oltre il 20 per cento delle frodi agroalimentari. Un settore d’eccellenza che genera quasi 10 miliardi di fatturato, di cui la metà realizzati sui mercati stranieri.

Nel corso del 2013 i nuclei antifrodi dei Carabinieri hanno sequestrato 9.308 tonnellate di vino non conforme ai disciplinari di produzione, non tracciato e, in alcuni casi, risultato adulterato con varie sostanze non consentite, come acqua ma anche etanolo. In particolare nel periodo natalizio sono stati ritirati dal mercato 37.000 ettolitri di vino sfuso e 150.000 bottiglie di vino spumante adulterato che stava per essere immesso in circolazione proprio durante le festività insieme ad un circuito illegale di falso “champagne”. Per quanto riguarda “l’oro verde” l’anno scorso sono state sequestrate 14 tonnellate di olio risultato contraffatto e prodotto in violazione delle norme su etichettatura e tracciabilità. Sul fronte del circuito del falso Made in Italy all’estero, l’attività svolta nel 2013 dei nuclei antifrodi carabinieri ha evidenziato che il fenomeno delle frodi alimentari si sta evolvendo in nuovi metodi di “contraffazione”, essenzialmente attraverso pratiche commerciali ingannevoli e false evocazioni dei marchi dop/igp/stg e biologico, e irregolarità in materia di etichettatura, tracciabilità e “made in italy”.

Nel complesso i sequestri operati per contraffazione di prodotti agroalimentari sono stati 9.586,1 tonnellate nel 2013 (+ 34% rispetto alle 7.142,4 del 2012), e a 3.367.846 quelli di etichette/packaging illegali (+ 431% rispetto alle 634.193 del 2012). In campo per la difesa del vero Made in Italy e del buon cibo, per il rispetto delle norme, la tutela della salute e il contrasto di fenomeni come l’agromafia oltre ai Carabinieri dei Nac, sono impegnati l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) del Mipaaf, i Nas, la Forestale e la Gdf. Ma secondo l’industria agroalimentare non c’è ragione di allarmarsi perché il “food and drink italiano” è “sicuro e salutare”. Questo il commento del presidente di Federalimentare Filippo Ferrua Magliani in occasione della presentazione del rapporto dei Nas a giugno. Secondo i carabinieri del nucleo antisofisticazione – aveva evidenziato Ferrua – dal 2012 al 15 maggio 2014 sono stati effettuati sequestri per un valore che supera il miliardo di euro. “Nei quasi due anni e mezzo considerati, i consumi alimentari sono stati pari a oltre 500 miliardi di euro. Significa che l’incidenza dei casi lamentati è stata in termini di valore coinvolto sull’ordine dello 0,2%”.(Fonte: Il Velino.it)

Redazione

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